Ho conosciuto Davide Toffolo quando frequentavo le scuole elementari. Studentello con lo zainetto sovraccarico, io: giovane docente di un corso di fumetti, lui.
Col suo fare genuino ed appassionato introduceva noi bambini ad un mondo, quello del fumetto, che avrebbe accompagnato me e diversi amici miei durante gli anni dell’adolescenza.
Ho incontrato nuovamente Davide qualche anno dopo, entrambi sotto due vesti diverse. Quella di ragazzo morto, lui, che disegna in musica il letargo dolce degli inverni dei ragazzi pordenonesi; quella di adolescente, io, che ritrova in una band della propria città la trasposizione in musica e le note dello stato d’animo tipico di un’età di passaggio.
A distanza di vent’anni dall’uscita de “La testa indipendente”, album dei Tre Allegri Ragazzi Morti per me di formazione, Davide mi ha chiamato per coinvolgermi nella realizzazione di una serie di ritratti fotografici da utilizzare per il suo ventesimo libro.
In queste tavole Davide disegna storie vissute, scritte o sognate del poliedrico ed irriverente Remo Remotti, artista, poeta e attore di una romanità in via di estinzione.
Questo mio contributo a quest’ultima opera di Davide, edita da Rizzoli Lizard, rappresenta per me la chiusura di un cerchio magico, facendomi sentire come ci si sente in quel momento onirico “prima di dormire, ad un passo dal risveglio”.
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